Una adeguata conoscenza delle modalità con cui si consumano le bevande alcoliche è determinante per mantenere un buono stato di salute e di stili di vita.

A differenza del fumo, i cui effetti negativi per la salute possono presentarsi dopo decenni di uso abituale di sigarette, l’alcol può esporre a forti rischi anche come conseguenza di un singolo o occasionale episodio di consumo.

L’alcol è una sostanza tossica, potenzialmente cancerogena e con una capacità di indurre dipendenza, superiore alle sostanze o droghe illegali più conosciute.

I giovani (al di sotto dei 16 anni), le donne e gli anziani sono in genere più vulnerabili agli effetti delle bevande alcoliche a causa di una ridotta capacità del loro organismo a metabolizzare l’alcol.

L’alcol pur apportando circa 7 Kcalorie per grammo, non è un nutriente risulta invece fonte di danno diretto alle cellule di molti organi tra cui i più vulnerabili sono il fegato e il sistema nervoso centrale. In Italia il primo bicchiere viene consumato a 11-12 anni.

Sulla base dei dati ISTAT il 75% degli italiani consuma alcol.

Sono 3 milioni i bevitori a rischio ed 1 milione gli alcolisti; 817.000 giovani di età inferiore a 17 anni hanno consumato nel 2000 bevande e circa 400.000 eccedono nei consumi alcolici. Il 7% dei giovano dichiara di ubriacarsi almeno 3 volte a settimana ed è in costante crescita il numero di adolescenti che consuma alcol (+ 103% nel periodo 1995-2000 tra le 14-17enni).

Gli astemi sono in costante diminuzione e rappresentano il 25% della popolazione. Ogni anno sono attribuibili al consumo di alcol: il 10% di tutte le malattie, il 10% di tutti i tumori, il 63% delle cirrosi epatiche, il 41% degli omicidi ed il 45% di tutti gli incidenti, il 9% delle invalidità e delle malattie croniche.
Il 25% dei decessi registrati tra i giovani è causato dall’alcol; l’alcol rappresenta la prima causa di morte tra i giovani compresi tra i 15 ed i 29 anni.
Il 10% dei ricoveri è attribuibile all’alcol; nell’anno 2000 tale numero è stato stimato in 326.000, di cui 100.000 sono stati effettuati con diagnosi totalmente attribuite all’alcol.

Ogni anno in Italia circa 40.000 individui muoiono a causa dell’alcol ed è la causa di circa la metà degli 8.000 decessi conseguenti ad incidenti stradali, che rappresentano la prima causa di morte per gli uomini al di sotto dei 40 anni, l’alcol è anche causa del 50% delle conseguenze non fatali. I costi annuali sociali e sanitari, sostenuti a causa di problemi collegati all’alcol sono pari al 2-5 % del Prodotto Interno Lordo (PIL).

Secondo tale stima sul PIL nazionale dell’anno 2003 (1324 miliardi di euro) i costi dell’alcol risulterebbero pari a 26 – 66 miliardi di euro (52.00 – 128.000 miliardi di vecchie lire). L’alcol viene assorbito per il 20% dallo stomaco e per il restante 80% dalla prima parte dell’intestino. Se lo stomaco è vuoto, l’assorbimento è più rapido.

In base alle conoscenze attuali non è possibile identificare delle quantità di consumo alcolico raccomandabili o “sicure” per la salute. Ai fini della tutela della salute è più adeguato parlare di quantità “a basso rischio”, evidenziando che il rischio esiste a qualunque livello di consumo ed aumenta progressivamente con l’incremento delle quantità di bevande alcoliche consumate.

E’ da considerare a basso rischio una quantità di alcol giornaliera da assumersi durante i pasti principali (non fuori pasto) che non deve superare i 20-40 grammi per gli uomini e i 10-20 grammi per le donne. Queste quantità devono essere ulteriormente ridotte negli anziani e nei giovani. Per quanto riguarda questi ultimi, bisogna ricordare che al di sotto dei 16 anni la legge vieta la vendita e la somministrazione di bevande alcoliche.