Alcol e apparato urogenitale
L’abuso alcolico cronico inibisce la produzione di ormone antidiuretico (ADH) da parte dell’ipofisi, una piccola ghiandola che si trova all’interno del cranio: ciò comporta una conseguente minore capacità a concentrare le urine da parte del rene con un secondario aumento della secrezione urinaria di fosfati. L’ipofosfatemia sembrerebbe avere un ruolo importante nell’insorgenza della miopatia e della cardiomiopatia alcolica.
Una piccola percentuale degli etilisti può, inoltre, andare in contro nel tempo a nefropatia cronica (glomerulo nefrite cronica membrano-proliferativa con depositi di IgA), lentamente evolutiva verso un quadro di insufficienza renale. Nel maschio, l’ingestione cronica di alte dosi di alcol causa sedazione centrale, riduzione della liobido e disfunzione erettile.
L’alcolista, inoltre, presenta di norma riduzione dei livelli ematici di testosterone e aumento della quota di estrogeni con conseguente riduzione della produzione di spermatozoi, atrofia testicolare e ginecomastia (aumento delle dimensioni delle memmelle). Femminilizzazione, ipogonadismo e polineuropatia sono fattori che possono influire sulle funzione dei nervi penieni (impotenza).
Nella donna, il consumo cronico di alcol determina aumento della concentrazione sierica di prolattina, alterazioni del ciclo mestruale (anovulazione), aumento dei livelli sierici di androgeni surrenali (irsutismo) e anorgasmia.
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