L’alcol crea delle modificazioni a carico del Sistema Cardiovascolare.
I danni cardiocircolatori correlati all’abuso di alcol possono essere distinti in:

PRIMARI:
CARDIOMIOPATIA ALCOOLICA

SECONDARI:
IPERTENSIONE ARTERIOSA / ATEROSCLEROSI /
CARDIOPATIA ISCHEMICA / ICTUS EMORRAGICO e ISCHEMICO

Di norma, quando si assumono alcolici, in modiche quantità, si verifica vasodilatazione sanguigna con conseguente calo dei valori pressori: l’abuso di alcol provoca, invece, un rialzo costante nel tempo dei valori pressori (ipertensione arteriosa), un aumento delle dimensione globali delle camere cardiache e turbe della conduzione e del ritmo cardiaco (tachicardia, extrasistolia,ecc.).

L’alcol ed i suoi metaboliti esplicano un’azione tossica sulle fibrocellule miocardiche sia diretta (danno con successiva morte cellulare) che indiretta (restringimento del calibro dei piccoli vasi intracardiaci, ridotto apporto di sangue, modificazioni morfo-funzionali delle cellule, morte cellulare).

La cardiomiopatia alcolica rappresenta la forma più grave, a mortalità elevata, del danno da alcol: si presenta con una sintomatologia variabile talora di difficile inquadramento diagnostico. E’ di norma associata ad un consumo di alcol superiore agli 80 g/die protratto per almeno 10 anni.

Tra le manifestazioni cliniche principali vengono caratteristicamente incluse: tachicardia, aumento della pressione arteriosa differenziale, alterazioni elettrocardiografiche (ad esempio anomalie della ripolarizzazione come l’allungamento dell’intervallo QT), dispnea (respirazione difficoltosa, sensazione di fame d’aria), edemi declivi, aumento complessivo delle dimensioni del cuore (le camere ventricolari si dilatano progressivamente causando nel tempo alterazioni della capacità di contrazione e di rilasciamento del muscolo cardiaco), altre aritmie potenzialmente fatali (fibrillazione atriale, aritmie ipercinetiche ventricolari). Si tratta di una malattia evolutiva a prognosi infausta se non rapidamente diagnosticata: l’astensione assoluta dall’alcol potrebbe arrestarne l’evoluzione.